Mobilità sostenibile: l’Italia dice no agli standard europei
Italia, Francia, Republica Ceca, Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia, si stanno opponendo all’entrata in vigore delle nuove norme sulle emissioni per auto e furgoni. I paesi hanno firmato un documento ufficiale. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.
L’Italia e altri 6 paesi UE sono contro i nuovi standard Euro 7.
Standard europei auto: la situazione attuale
I 7 paesi vorrebbero bloccare l’adozione degli standard Euro 7 a Bruxelles. I nuovi limiti di emissioni per auto e furgoni sono da cestinare. L’industria dell’auto spenderebbe soldi inutilmente, mentre potrebbe impiegare queste risorse per veicoli a zero emissioni. Lo sostengono 7 paesi europei, tra cui l’Italia, in una presa di posizione durissima contro i nuovi standard Euro 7.
Nel documento firmato dai paesi interessati si legge:
“Ci opponiamo a qualsiasi nuova norma sulle emissioni di gas di scarico (compresi nuovi requisiti per i test o nuovi limiti di emissione) per auto e furgoni”
Questo blocco potrebbe far decadere i negoziati sugli standard Euro 7 tra Consiglio ed Europarlamento.
Standard Euro 7: le ultima novità
Entro il 2035 la decarbonizzazione dei trasporti su gomma in Europa attraverserà un nuovo momento di passione. Ma se per l’addio ai veicoli diesel e benzina i critici chiedevano dei semplici cambiamenti, e hanno infatti ottenuto l’ok anche ai carburanti elettrici (che funzionano con i motori tradizionali), sugli standard Euro 7 la posizione è ancora più dura.
In realtà le critiche erano iniziate già in fase di preparazione della proposta da parte della Commissione. Che aveva teso l’orecchio alle case automobilistiche. Rispetto alla prima bozza, il testo presentato lo scorso novembre aveva già limato gli aspetti più spigolosi, abbassando di molto i limiti per le principali categorie di inquinanti e, in alcuni casi, lasciandoli identici a quelli in vigore oggi con gli Euro 6d.
Rispetto alle previsioni di Bruxelles, sostiene uno studio di Frontier Economics fatto circolare dall’Acea, l’associazione di categoria dell’automotive europeo, i costi da sostenere se entrassero in vigore gli standard Euro 7 sarebbero da 4 a 10 volte maggiori.