Oceano Pacifico radioattivo: Fukushima e l’Europa nascondono tutto?
Dopo il disastro del 2011 alla centrale nucleare di Fukushima c’è ancora il problema dello smaltimento delle scorie radioattive. E così Fukushima chiede 1,3 milioni di tonnellate d’acqua per raffreddare il suo nocciolo, e dall’Ue alla fine arriva una risposta affermativa che fa molto discutere.
Ha fatto molto discutere il si che è arrivato dall’Ue alla decisione di Fukushima di riversare acque radioattive nell’oceano Pacifico. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) ha approvato il piano del governo giapponese per liberarsi delle acque contaminate della centrale nucleare di Fukushima, allegando un rapporto di 140 pagine sulla sicurezza del progetto.
Il disastro nucleare di Fukushima a seguito del terremoto nel 2011, ha causato la fusione di tre dei sei reattori dell’impianto e l’emissione di grandi quantità di radiazioni nell’ambiente. Le acque contaminate fino ad oggi sono state raccolte nei serbatoi della centrale nucleare ma ora il governo giapponese decide di rilasciarle nel Pacifico.
Anche se il rapporto dice che il piano è sicuro, ma discutere la motivazione del governo a questa scelta: il governo sostiene di non saperle gestire in modo sicuro. Può quindi davvero essere sicuro per la salute dell’uomo e della natura riversarle nel mare?
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Acque contaminate nel Pacifico, ma un rapporto dice che il progetto è sicuro
Dopo il disastro nucleare di Fukushima, furono impiegate 1,3 milioni di tonnellate di acqua per raffreddare il nocciolo dell’impianto. Queste furono poi filtrate attraverso il sistema ALPS (Advanced Liquid Processing System) per rimuovere gli elementi radioattivi; ma l’acqua così trattata non è del tutto priva di contaminazioni.
A destare preoccupazione è soprattutto il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno presente in natura nell’acqua marina e nell’atmosfera. Dividere il trizio dall’acqua è quasi impossibile dal momento che ha una composizione chimica molto simile all’idrogeno.
Il trizio non è considerato particolarmente pericoloso per la salute umana, in quanto non può penetrare attraverso la pelle, tuttavia può avere effetti sulle molecole del DNA e può essere inalato o ingerito se presente nell’acqua o nel cibo. Insomma, per quanto si possa dire, nessuno è davvero contento della decisione del governo giapponese, che potrebbe avere gravi conseguenze sulla salute dell’uomo e del pianeta.