Ondate di caldo da record: le previsioni dell’EEA
L’Agenzia europea per l’ambiente ha stimato che con l’aumento costante delle temperature, si verificheranno delle ondate di calore senza eguali. Sono stati previsti un numero di decessi sulla base di uno scenario con riscaldamento globale di 3 gradi, molto simile a quello verso cui stiamo andando (+2,8°C) con le politiche attuali. Rispettando gli 1,5°C le morti scendono a 30mila. Andiamo a scoprire cosa dicono gli esperti a riguardo.
Le ondate di calore sono “la più grande minaccia diretta” alla salute in UE.
Riscaldamento globale: le conseguenze per il futuro
Le ondate di calore senza precedenti, come quelle che abbiamo vissuto quest’anno, sono la più grande minaccia diretta per la salute della popolazione europea legata al clima. E se nel 2022, secondo un conto ancora provvisorio, i decessi da caldo estremo sono già 15mila, nel 2100 potrebbero diventare 90mila ogni anno. La previsione è dell’EEA, l’Agenzia europea per l’ambiente, che mette nero su bianco l’impatto della crisi climatica sull’Europa in un rapporto che si concentra su temperature estreme e aumento delle malattie infettive legato al clima.
I 90mila decessi diventeranno una realtà in uno scenario di riscaldamento globale di 3 gradi alla fine del secolo. Non distante dalla traiettoria su cui ci stiamo muovendo oggi: secondo l’Emission Gap Report 2022 pubblicato dall’Unep a fine ottobre, con le politiche attuali andiamo spediti verso un mondo 2,8°C più caldo. Se, invece, rispettiamo la soglia di 1,5°C, i morti per il caldo estremo sarebbero tre volte di meno: 30mila l’anno.
Le altre problematiche legate al riscaldamento globale
Il rapporto traccia qualche prospettiva anche per lo scenario peggiore tra quelli ipotizzati dall’IPCC, cioè l’RCP8.5 che suppone un riscaldamento globale superiore ai 4°C. In questo caso, il numero di giorni con ondate di calore tali da avere impatti sulla salute umana passano, per l’Europa mediterranea e in particolare per l’Italia, da meno di 5 a 40-50 l’anno tra il 2031 e il 2060, per salire ancora fino a 60-70 nel 2070-2099.
Inevitabilmente, le diverse regioni europee presentano profili di rischio diversi, sia per le ondate di calore che per la diffusione di malattie infettive portate da vettori come le zanzare che ampliano il loro areale grazie all’aumento delle temperature.