Ostriche per pulire gli oceani: la ricerca milanese
Un progetto molto interessante è quello che sta sviluppando in questi mesi il politecnico di Milano. Il progetto mira a sfruttare i gusci delle ostriche per pulire gli oceani e salvaguardare la biodiversità dei mari. Vediamo di che cosa si tratta in questo articolo.
Una delle sfide contemporanee della lotta al cambiamento climatico è quella che riguarda i mari e l’inquinamento di questo complesso ecosistema. Un nuovo progetto sviluppato da un gruppo di ricercatori del politecnico di Milano sembra però far sperare in uno scenario migliore per il futuro. Il progetto Oyster2Life sta infatti studiando un metodo innovativo per pulire gli oceani sfruttando i gusci delle ostriche.
Dalla natura per la natura: un metodo naturale che però potrebbe portare grandi risultati nella lotta al cambiamento climatico e all’inquinamento degli oceani. Le ostriche infatti si nutrono essenzialmente di fitoplancton, organismi responsabili di una grossa fetta di inquinamento dei mari. Oltre a ciò, esse sono in grado di assorbire carbonio e azoto attraverso i gusci, liberando così i mari da queste sostanze dannose.
Oyster2Life: il nuovo progetto ecosostenibile del politecnico di Milano
Il progetto Oyster2Life del Politecnico di Milano ha vinto la settima edizione della National Competition di Enactus Italia, premiato per la sua innovatività ma anche per la concretezza della proposta, che non presenta quasi alcun rischio a livello di ecosostenibilità. Il progetto mira a pulire l’oceano, in un modo del tutto naturale, utilizzando le naturali capacità di un organismo come le ostriche.
Gli oceani in questi ultimi anni sono ormai diventati discariche a cielo aperto di pericolose microplastiche, che grazie a questo progetto potrebbero essere contrastate. Il progetto, che ha coinvolto 16 università italiane, ha dato anche la possibilità di sottoporre attraverso una piattaforma i propri innovativi progetti di imprenditoria sociale a una commissione che potrà renderli realizzabili.
Da anni ormai si studia l’impatto dei gusci delle ostriche e il loro possibile uso per salvaguardare gli oceani. Essendo delle strutture calcaree, come i coralli, esse possono svolgere un ruolo importante nella formazione di barriere coralline, oggi in pericolo in molte parti del mondo, sfruttando quindi il potere che proviene dalla natura stessa.