La Pangea e la teoria della Tettonica delle Placche
Nel corso dei secoli, la crosta terrestre ha continuato a muoversi anche se in modo impercettibile. In origine esisteva un unico supercontinente. Quelle che noi oggi siamo abituati a concepire come terre separate appartenevano tutte alla stessa placca che, in seguito a smottamenti e terremoti, si è a poco a poco divisa originando le terre emerse.
Facendo un passo indietro nel tempo e risalendo alle origini delle terre emerse, i mutamenti sono stati molti. Dapprima infatti esisteva un unico supercontinente che si è successivamente diviso in 8 continenti differenti. Questi si sono a loro volta spostati nel tempo e nel corso di milioni di anni sono tornati a riunirsi in un altro unico supercontinente, differente rispetto a quello originario e chiamato appunto Pangea. I movimenti delle placche tettoniche hanno poi determinato un ulteriore spaccamento della crosta terrestre e un innalzamento dei livelli dei mari: così si sono formati i continenti che conosciamo noi oggi.
Cos’è la Pangea?
Con il termine Pangea si indica il supercontinente che comprendeva tutte le terre emerse della Terra durante il Paleozoico e gli inizi del Mesozoico, ossia 245-208 milioni di anni fa. Questo termine fu coniato da Alfred Wagener nel 1915, quando venne formulata per la prima volta la teoria della deriva dei continenti.
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Durante il Paleozoico quindi non esistevano i continenti come li conosciamo oggi noi. Esisteva solamente un unico grandissimo continente, circondato da un unico oceano (chiamato Panthalassa). La parte settentrionale e quella meridionale della Pangea erano separate in parte da un’ampia insenatura (Oceano Tetide) che successivamente si è ampliata per via dell’aumento del livello delle acque.
L’evoluzione dei continenti dopo la Pangea
Circa 180 milioni di anni fa, la Pangea ha iniziato a frammentarsi per via della tettonica delle placche. Questi spostamenti e spaccamenti hanno dato origine ad altri due supercontinenti separati ossia alla Laurasia e alla Gondwana, rispettivamente nella parte settentrionale e nella parte meridionale della sfera terrestre. Questi due continenti si sono a loro volta frammentati ulteriormente, generando l’attuale assetto dei continenti.
Ma quanti sono i continenti oggi?
Sembra quasi una domanda retorica, eppure ancora oggi non è facile rispondere a questa semplicissimo quesito: quanti sono i continenti attuali? Al giorno d’oggi gli studiosi sono ancora divisi su questo concetto. Questo non perché sia difficile identificare e quantificare il numero delle terre emerse e separate, ma perché dipende da qual è l’ottica da cui si osserva la situazione.
Da un punto di vista puramente geografico e morfologico, i continenti sono intesi come le Terre emerse circondate dagli oceani. Se ne identificano quindi quattro ossia America, Antartide, Europa-Asia-Africa (Eurafrasia) ed Oceania. Molti però non sono concordi nell’affermare che i continenti sono solamente quattro.
Ad oggi il modello più diffuso è quello a sei continenti, che prende in considerazione il numero di terre abitate dall’uomo e non si attiene a criteri prettamente geografici. In questo senso infatti i continenti sarebbero America, Europa, Africa, Asia, Antartide e Oceania. Europa ed Asia però non risultano separate.