Rapa Nui: scopriamo l’Isola di Pasqua
Rapa Nui è il nome originario di quella che noi oggi siamo soliti chiamare Isola di Pasqua. Circondata dall’oceano Pacifico, questa straordinaria isola appartiene al Cile e da secoli è avvolta da un alone di mistero. Conosciamo meglio insieme questo favoloso posto avvolto nel mistero e nelle leggende.
Famosa per le gigantesche sculture moai che si trovano lungo le sue coste, Rapa Nui è una delle isole più studiate del mondo ma fino a poco tempo fa è stata anche al centro di un errore di valutazione. Si è parlato per moltissimi anni dell’isola di Rapa Nui come dell’emblema della potenza distruttiva dell’uomo sull’ambiente che lo circonda. Si è sempre creduto infatti che i nativi dell’Isola di Pasqua avessero sfruttato le risorse naturali a tal punto da terminarle completamente. Ma le cose stanno davvero così? Alla luce delle ultime scoperte la realtà è esattamente il contrario di quello che si è pensato negli ultimi secoli!
Rapa Nui: recenti scoperte
Come abbiamo detto, le popolazioni native di Rapa Nui sono state fino a poco tempo fa accusate di aver distrutto l’habitat naturale dell’isola. Secondo infatti quella che è stata fino ad ora la teoria più accreditata, quando fu scoperta dagli esploratori europei nel 1722 l’isola di Pasqua appariva ormai come una Terra sovrasfruttata dalle popolazioni locali.
Gli abitanti, o almeno i pochi che erano rimasti, erano ridotti allo stremo delle forze per la carenza di cibo e scomparvero per via delle malattie portate dai colonizzatori, di fronte alle quali il loro sistema immunitario non aveva possibilità. Il disboscamento precoce aveva esaurito le risorse e reso impossibile la costruzione di imbarcazioni per praticare la pesca.
Quindi i nativi si erano buttati sullo sfruttamento massiccio del suolo. Alla lunga tale sfruttamento aveva impoverito anche il terreno e l’unica fonte di cibo rimasta per gli abitanti dell’isola erano i ratti. Secondo questa ricostruzione, l’isola di Rapa Nui ha quindi rappresentato per secoli l’emblema della potenza distruttiva dell’uomo.
Questo infatti, sfruttando le risorse senza contegno, aveva praticamente distrutto tutto l’ecosistema del luogo. Ma come vedremo tra poco, quello di cui tutto il mondo è stato convinto per anni si è rivelato, con le recenti scoperte, un vero e proprio errore di valutazione. La realtà ha tutta un’altra faccia.
Le recenti rivelazioni sull’Isola di Rapa Nui
Uno studio dell’Università di Bristol, pubblicato sull’American Journal of Physical Anthropology, ha svelato una realtà completamente differente sugli abitanti dell’Isola di Rapa Nui. Le analisi al radiocarbonio delle ossa umane ed animali e dei resti delle piante, risalenti a partire dal XV secolo e quindi a secoli prima dell’arrivo dei colonizzatori europei hanno svelato infatti le abitudini alimentari dei nativi.
Al contrario di quanto si era ipotizzato fino a poco temo fa, si è scoperto che le popolazioni indigene consumavano moltissimo pesce ed i vegetali avevano proprietà straordinarie. I nativi avevano in realtà una sensibilità ecologica decisamente sviluppata e addirittura avevano trovato delle tecniche per fertilizzare il suolo (estremamente povero di natura) con concimi naturali.
Rapa Nui quindi merita di uscire da quell’alone negativo che l’ha investita per così tanto tempo: la verità è che le popolazioni locali avevano uno spirito ecologico e non c’è stato alcun sovrasfruttamento delle risorse!