Ricehouse, abitazioni costruite con gli scarti del riso

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05/02/2023

Una startup italiana ha usato gli scarti del riso per realizzare prodotti per la costruzione e l’arredamento della casa. Scopriamo insieme di cosa sono fatti i prodotti di Ricehouse e come è nata la startup.

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Tiziana Monterisi è un’architetta che insieme al geologo Alessio Colombo ha fondato Ricehouse, la start up made in Italy che usa gli scarti del riso come bio-risorsa per l’architettura.

Secondo i dati diffusi dal Royal Institute of International Affairs, ogni anno vengono prodotti oltre 4 miliardi di tonnellate di cemento, che rappresentano circa l’8% delle emissioni globali di CO2.

Vediamo insieme come funzionano le abitazioni costruite dagli scarti del riso.

Ricehouse, la startup che usa gli scarti del riso

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L’idea dei due fondatori di Ricehouse è nata osservando le risaie che si trovano attorno a Biella, in Piemonte, ed hanno così pensato di utilizzare gli scarti come materiale utile a qualsiasi costruzione. D’altronde, il riso è la terza coltura agricola più prodotta al mondo, dopo la canna da zucchero e il mais. Solo nel 2019, sono state prodotte 756 milioni di tonnellate a livello globale.

La startup made in Italy realizza nuovi materiali e prodotti dai telai agli isolanti, massetti, malte fino agli intonaci a base di riso e alla stamap 3D. Inoltre, il prodotto RH120 di RiceHouse ha vinto anche il Compasso d’Oro 2022. Si tratta di malte da intonaco che combinano calce e scarti del riso risultando una miscela sostenibile per l’edilizia.

La startup ha collaborato alla costruzione di case, ma anche di B&B e ristoranti come Horto Restaurant Milano dove per le pareti è stato scelto proprio l’intonaco RH120 a base lolla e calce.

I due elementi base dei prodotti sono la paglia di riso, ovvero ciò che rimane della pianta del cereale successivamente alla fase dell’essiccazione, e la lolla di riso, il “guscio” che ricopre il chicco e che viene asportato tramite il processo di sbramatura del riso grezzo, chiamato anche risone.