Riciclare l’acqua della piscina: si può fare?
L’acqua di una piscina, quando viene scaricata in acque pubbliche, deve uniformarsi alle leggi che tutelano le acque dall’inquinamento, prima secondo quanto previsto dalla legge 319/76 (legge Merli), ora secondo il Decreto Legislativo 152/99. Esiste anche la possibilità di riutilizzare l’acqua della piscina. Andiamo a scoprire i 3 metodi per farlo in maniera ecologica.
E’ importante poter riutilizzare l’acqua declorata soprattutto considerando il periodo storico in cui ci troviamo, contraddistinto da una disponibilità di acqua potabile molto bassa.
Riciclare l’acqua della piscina: cosa dice la legge
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Esistono due disposizioni da considerare per declorare l’acqua e farla risultare idonea al riutilizzo per diversi scopi. Entrambe le disposizioni legislative, prevedono, per il cloro attivo libero, una concentrazione massima allo scarico di 0,2 mg/l come Cl2 (legge Merli).
La nuova legge prevede sempre il limite di 0,2 mg/l qualora lo scarico venga fatto in acque superficiali e 0,3 mg/l quando esso avvenga in rete fognaria.
Declorazione: come può avvenire?
La declorazione può avvenire in tre maniere:
-Con l’aggiunta di un prodotto riducente, usando una pompa dosatrice e un tino di plastica da 100-200 litri equipaggiato con agitatore per disciogliere il prodotto riducente.
–Mediante areazione, equipaggiando il serbatoio con uno o più diffusori di aria nei quali un soffiante immetterà l’aria che provocherà lo strippaggio del cloro.
-Con carbone attivo, facendo defluire continuativamente nel serbatoio un po’ di acqua di ricircolo della piscina, in modo che durante la giornata defluisca il 5% del volume dell’acqua contenuta nella piscina. Quando la vasca sarà piena, le sonde di livello azioneranno la pompa centrifuga che verrà montata all’esterno del serbatoio e che pescherà ad un’altezza di circa 15-20 centimetri e invierà l’acqua al filtro a carboni attivi decloratore alla minima portata consentita dal sistema.
In tutti e tre i casi è necessario avere nei pressi della piscina un serbatoio (anche di materiale plastico), con una capacità che possa contenere almeno tutta l’acqua di un ciclo di controlavaggio di un filtro della piscina, e che abbia il fondo leggermente inclinato per lo spurgo dei fanghi che in essa si formeranno.