Riscaldamento dei mari in Italia, dati allarmanti: cosa sta succedendo?

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19/11/2022

Il progetto Mare Caldo realizzato da Greenpeace in collaborazione con l’Università di Genova e ElbaTech ha evidenziato la tragica situazione dei mari italiani soggetti a un aumento delle temperature. Vediamo insieme cosa hanno rilevato i vari sensori installati nell’ambito del progetto.

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Alcuni sensori posizionati in 10 Aree Marine Protette italiane e all’Isola d’Elba, installati dal progetto Mare Caldo di Greeanpeace in collaborazione con il DiSTAV dell’Università di Genova e ElbaTech, hanno confermato l’aumento del riscaldamento dei mari su cui erano già statati divulgati i dati del Servizio di monitoraggio dell’ambiente marino di Copernicus (CMEMS), il progetto europeo di ricerca gestito dalla Commissione Europea e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA).

Le analisi hanno evidenziato un’anomali termica di circa 2 gradi in più, con temperature superficiali che hanno raggiunto, e in alcuni casi superato, i 27 gradi.

Allarme riscaldamento dei mari italiani

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I dati raccolti nel Mar Ligure evidenziano un significativo assorbimento di calore nei mesi di luglio e agosto con una grossa stratificazione della colonna d’acqua. Nei mesi successivi, il calore si è distribuito più in profondità, con temperature che tra 30 e 40 metri hanno raggiunto i 22° fino a ottobre.

L’aumento delle temperature ha causato una veloce stratificazione delle masse d’acqua superficiali fino a 15 metri di profondità, che si sono mantenute ben separate dalle acque più profonde, dove invece si sono registrate temperature inferiori alla norma. Nei mesi successivi il calore assorbito dagli strati superficiali si è distribuito nella colonna d’acqua.

Questo fenomeno ha causato la comparsa di specie aliene, o comunque adatte a temperature elevate, casi di necrosi e mortalità di organismi che vivono sui fondali, come le gorgonie e le spugne. Inoltre, sono stati osservati eventi di sbiancamento di organismi ospitanti alghe simbionti che vengono espulse, come succede alle scogliere coralline tropicali in condizioni di stress.

La responsabile del progetto Mare Caldo per il DiSTAV dell’Università di Genova, Monica Montefalcone, ha dichiarato:

Le ondate di calore registrate quest’anno da molte delle stazioni aderenti al progetto sono della stessa entità di quanto avvenuto nella famosa estate calda del 2003, a cui sono seguiti eventi di mortalità di massa di moltissimi organismi marini vulnerabili allo stress termico. Ci sono già arrivate diverse segnalazioni di nuovi eventi di mortalità di massa da varie zone del Mediterraneo e questo, purtroppo, ci fa presagire che nei prossimi mesi si osserverà un impatto significativo sugli ecosistemi marini.