Riscaldamento: verso la riduzione dell’Iva sul pellet
È stato presentato un emendamento alla Manovra che propone la riduzione dell’Iva sul pellet dal 22 al 10%. L’Italia, infatti, è uno dei Paesi con la più alta aliquota sul combustibile. L’emendamento alla Manovra ricalca la proposta redatta da Aiel, l’associazione delle imprese che operano lungo la filiera legno-energia.
I Presidenti dei Gruppi di maggioranza alla Camera hanno firmato un emendamento alla Legge di Bilancio 2023 che prevede la riduzione dell’Iva sulle compravendite di pellet dal 22 al 10%.
La proposta è stata ampiamente apprezzata dall’Aiel, l’associazione delle imprese che operano lungo la filiera legno-energia.
Pellet: in Manovra la riduzione dell’Iva al 10%
L’Italia è uno dei Paesi con la più alta aliquota sul pellet, in seguito all’aumento dell’Iva sul combustibile proposta nella Legge di stabilità 2015 che ha fatto innalzare l’aliquota dal 10 al 22%.
L’emendamento alla Manovra ricalca la proposta redatta da Aiel come espressione delle istanze non solo degli operatori del settore, ma anche e soprattutto in favore delle oltre 2 milioni di famiglie italiane.
Secondo quanto dichiarato dalla direttrice generale di Aiel, Annalisa Paniz, l’emendamento rappresenta:
[…] uno strumento fondamentale di contrasto al caro energia e di sostegno ai cittadini e alla filiera. Va ricordato che le biomasse possono offrire un contributo significativo e immediato sia per la diversificazione e la sicurezza energetica del Paese sia per garantire il raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione fissati dall’Unione europea per il 2030 e 2050: le bioenergie potrebbero infatti arrivare a coprire fino al 68% dell’energia da FER nel settore termico e fino al 37% dei consumi termici finali lordi al 2030.
La riduzione permetterebbe all’Italia di essere in linea con gli altri Paesi dell’Unione Europea. È sufficiente pensare che in Spagna l’Iva è stata recentemente portata dal 21% al 5%, mentre in Croazia, attraverso due differenti azioni politiche, l’imposta è stata prima ridotta dal 25% al 13% e poi dal 13% al 5%.
Non resta che attendere l’approvazione del Parlamento.