Siccità e vino: vendemmia anticipata per salvare i raccolti

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05/08/2022

Si prospetta un periodo critico per il settore vitivinicolo italiano: a causa della siccità assisteremo ad un calo del 10% della produzione di vini e per salvare i raccolti la vendemmia è prevista con circa 7 giorni d’anticipo. Andiamo a vedere come la siccità sta condizionando la produttività del settore vitivinicolo.

Vigne

Le forti ondate di calore degli ultimi mesi stanno infliggendo un duro colpo anche al settore vitivinicolo italiano.

Siccità: cosa succede al settore vitivinicolo?

Vigna, Sole

Il caldo record, con picchi di oltre 40° C, e la conseguente siccità che non sta dando tregua all’Italia stanno portando a un taglio del 10% della produzione dei vini. Neanche nelle ore notturne i grappoli d’uva riescono a “respirare” a causa dell’afa e durante il giorno rischiano di essere letteralmente bruciati dal sole, come sta accadendo anche per altra frutta, come le angurie, e ortaggi.

E quest’anno per salvare i raccolti la vendemmia partirà con almeno una settimana d’anticipo rispetto allo scorso anno, come evidenziato anche da Coldiretti in occasione del distacco del primo grappolo nell’azienda agricola Faccoli, nella Franciacorta bresciana, in Lombardia.

Spiega così la Coldiretti:

“Per la produzione italiana quest’anno si stima un calo del 10% a livello nazionale per un quantitativo intorno ai 45,5 milioni di ettolitri ma molto dipenderà sia dall’evoluzione delle temperature che influiscono sulla maturazione sia dall’assenza di nubifragi e grandinate che hanno un impatto devastante sui vigneti e sulle quantità prodotte.”

In Italia si attende comunque una annata di buona/ottima qualità anche se l’andamento della raccolta sarà influenzato molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo.

Il vino in Italia: altri problemi oltre la siccità

Bottiglia, Di

Nonostante il calo “fisiologico” dovuto alla siccità record, l’Italia resta il primo produttore di vini al livello mondiale, seguito da Francia e Spagna. Anche quest’ultimi hanno dovuto fare i conti con spaventose ondate di calore e gli incendi che hanno messo in ginocchio l’agricoltura.

Christian Marchesini, presidente del Consorzio di tutela del vino Valpolicella, durante un incontro organizzato da Coldiretti Verona, ha sottolineato:

“Siamo preoccupati perché in circa il 30% della superficie vitata della Doc non c’è la possibilità di irrigare, soprattutto nei vigneti posizionati nelle zone alte e di età tra i 5 e gli 8 anni che rischiano di perdere la produzione se entro 15 giorni non piove”

In Italia ad allarmare gli operatori del settore vitivinicolo non è soltanto l’afa, ma anche l’incremento dei costi di produzione che si ripercuote inevitabilmente sul prezzo delle bottiglie e la minore capacità d’acquisto degli italiani in un momento di forte crisi socio-economica.

Le aziende vitivinicole prevedono di avviare in anticipo la raccolta delle uve. Come da tradizione, nel nostro Paese si partirà con la raccolta delle uve da spumanti Pinot e Chardonnay e si proseguirà tra settembre e ottobre con la Glera per il Prosecco e con le grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo. Mentre le ultime uve ad essere raccolte saranno quelle di Aglianico e Nerello.