Siccità Italia: dati e previsioni per il 2023
Alla foce il Po ha una portata di 338,38 m3/s, 100 metri cubi sotto la soglia di sicurezza per prevenire il cuneo salino. Osservata speciale la Lombardia: riserve idriche a -58,4% sulla media storica e addirittura -12,55% sul 2022, deficit nivale a -68,8 percento sulla media, -20% sull’anno scorso. Andiamo a scoprire se la siccità potrebbe rappresentare uno dei problemi più importanti per il 2023.
Nel 2022, la portata del Po aveva raggiunto i livelli attuali solo il 4 giugno, tra 40 giorni, un dato davvero sconfortante.
Siccità: il record negativo
All’altezza di Pontelagoscuro, verso la foce, il Po ha una portata di 338,38 metri cubi al secondo (m3/s), il 25% meno del minimo storico per il mese di aprile. Un solo dato basta per far intuire quanto si è aggravata la siccità in Italia: questi valori, nel 2022, si erano visti solo attorno al 4 giugno. In pratica, la situazione di siccità in Italia è in anticipo di 40 giorni rispetto al già pesantissimo 2022.
La portata del Po è poi molto al di sotto dei 450 m3/s che sono considerati la soglia minima per evitare il cuneo salino, cioè la risalita delle acque salate dell’Adriatico nel Po e nei suoi affluenti.
L’Anbi, nel rapporto di monitoraggio periodico, ha sottolineato:
“L’ingressione salina sta già condizionando un’altra stagione agricola nel delta polesano, i cui bracci sono colmi di acqua marina, inquinando falde e terreni”
Siccità Italia: i dati negativi
Anche se il Piemonte è la regione dove il deficit pluviometrico e quello nivale si stanno facendo sentire di più, una spia d’allarme arriva dalla Lombardia. Le sue riserve idriche segnano -58,4% sulla media storica e addirittura -12,55% sul 2022. Il deficit nivale è anche maggiore: manca il 68,8 percento sulla media, -20% sull’anno scorso e -10% rispetto all’(ormai ex) minimo storico.
Francesco Vincenzi, Presidente Anbi, commenta:
“Settimana dopo settimana si aggrava la situazione idrica nel Nord Italia con crescenti conseguenze sull’economia e l’ambiente dei territori. Se l’anno scorso, la siccità costò 13 miliardi al sistema Paese, il 2023 si preannuncia peggiore nell’attesa del via operativo a piani e provvedimenti indispensabili per incrementare la resilienza alla crisi climatica”
Volgendo lo sguardo al resto della penisola, si nota che tutto il Centro e Nord Italia è in fortissimo deficit. Quasi tutti i principali fiumi sono in sofferenza e con portate in calo (con l’eccezione del Tevere). A livello regionale sono l’Abruzzo ha ricevuto pioggia e neve a sufficienza (a marzo le precipitazioni sono state superiori alla media mensile). Migliore la situazione al Sud e nelle isole maggiori, ma con alcuni quadranti ai primi livelli d’allerta.
La situazione siccità tende a peggiorare ancora. Gli interventi più urgenti sono previsti dal Governo per l’inizio dell’estate.