Smaltimento fotovoltaico: come si riciclano i pannelli?

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25/12/2022

Il riciclo dei pannelli fotovoltaici è possibile? La risposta è sì, tant’è che si stima che nel 2050 i pannelli fotovoltaici che termineranno la loro vita utile saranno circa 78 milioni in tutto il mondo. Vediamo insieme nel dettaglio.

Pannelli, Solari

Un impianto fotovoltaico consente di sfruttare l’energia solare, una fonte di energia rinnovabile, pertanto rappresenta un ottimo strumento per raggiungere la tanto ambita transizione verso un’economia meno dipendente dalle fonti fossili.

Nonostante ciò, in molti si chiedono se i panelli fotovoltaici siano riciclabili e se sì, fino a che punto. A tal proposito, il riciclo di questi impianti rappresenta un bel problema: si stima che nel 2050 si raggiungerà una quota pari a 78 milioni di tonnellate dei pannelli arrivati alla fine della loro vita utile. Ma cosa significa questo? E qual è la soluzione? Vediamo insieme.

Riciclo fotovoltaico: è possibile?

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Attualmente, le migliori tecnologie sul mercato consentono di recuperare un pannello fotovoltaico al 98% del suo peso. In particolare, da un modulo di 21 kg si possono ottenere in media:

  • 15 kg di vetro (che rappresenta il 70% circa del peso complessivo di ogni unità);
  • 2,8 kg di materiale plastico;
  • 2 kg di alluminio;
  • 1 kg di polvere di silicio;
  • 0,14 kg di rame.

Secondo IEA-PVPS e IRENA, l’agenzia internazionale per le energie rinnovabili, i vantaggi economici che deriverebbero dal riciclo fotovoltaico potrebbero superare i 15 miliardi di dollari entro il 2050, se completamente re-iniettato nel circolo economico.

La normativa europea e italiana

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L’Unione Europea, tramite la Direttiva 2008/98/CE che riguarda i rifiuti, ha affidato al produttore stesso la responsabilità dei suoi pannelli nelle fasi di fine vita, inserendo nel prezzo iniziale del bene i costi per il trattamento dei rifiuti.

In seguito, la Direttiva 2012/19/UE ha introdotto la prima disciplina su smaltimento e riciclo, e l’Italia ha recepito l’ultimo provvedimento europeo tramite il Decreto Legislativo 49/2014, attraverso cui è stata introdotta la distinzione tra moduli “storici” e “nuovi” e tra “provenienza domestica” e “provenienza professionale”.

Il decreto italiano stabilisce anche che i produttori di pannelli fotovoltaici possano far fronte ai propri obblighi sia individualmente che collettivamente tramite un Consorzio, senza fine di lucro, riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente. Entrambi i sistemi, però, devono dimostrare di essere in possesso delle certificazioni ISO 9011:2008 e 14000, OHASAS 18001 o di un altro sistema equivalente.