Stop emissioni trasporti Italia: come farlo entro il 2030

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05/06/2023

Secondo un rapporto presentato da diverse associazioni tra cui CleanCities, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Legambiente, Sbilanciamoci, Transport&Environment e WWF, l’Italia ha la possibilità di ridurre le emissioni dei trasporti del 25% entro il 2030. Andiamo a scoprire come.

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Per raggiungere questo obiettivo, è necessario concentrarsi sull’elettrificazione e bloccare l’uso di fonti di energia rinnovabili non autentiche.

Stop emissioni trasporti: cosa dice il rapporto?

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Il rapporto suggerisce che l’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), che l’Italia deve inviare a Bruxelles entro il 30 giugno, dovrebbe prevedere l’introduzione di almeno 6 milioni di veicoli elettrici sulle strade entro la fine del decennio.

Questo obiettivo diventerà più realizzabile dopo il 2026, quando si prevede che i costi delle auto elettriche saranno paragonabili a quelli dei veicoli a diesel e benzina. Inoltre, è importante elettrificare anche il trasporto pubblico, con l’obiettivo di avere almeno 10.000 autobus elettrici nelle principali città italiane e 100.000 furgoni e camion elettrici. È necessario anche potenziare il trasporto su rotaia, aumentando l’utilizzo di treni a trazione elettrica per il trasporto merci.

Un altro punto chiave per ridurre le emissioni dei trasporti riguarda l’uso di fonti di energia rinnovabili.

Energia rinnovabile per il trasporto pubblico

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Attualmente, solo il 35% dell’elettricità prodotta in Italia è di origine rinnovabile, ma entro il 2030 si prevede che l’80% dell’elettricità utilizzata nel settore dei trasporti dovrà essere di origine rinnovabile. Le fonti di energia rinnovabile nel settore dei trasporti dovrebbero aumentare dal 4,8% nel 2021 al 10% nel 2030.

Tuttavia, è importante evitare l’uso di biocarburanti non sostenibili e accettare solo biocarburanti avanzati che non competono con la produzione alimentare e non danneggiano gli ecosistemi. Attualmente, il 90% dei biocarburanti utilizzati in Italia proviene da fonti di origine dubbia, come l’olio di palma importato dalla Cina attraverso altri paesi europei, mentre solo il 10% proviene dalla raccolta differenziata nazionale.

È necessario introdurre meccanismi di certificazione che garantiscano la tracciabilità dei biocarburanti. Inoltre, l’idrogeno verde e i carburanti elettrici dovrebbero essere destinati solo ai settori non elettrificabili, come l’aviazione e il trasporto marittimo per le tratte più lunghe.