Tartarughe marine: non si placa la caccia illegale

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16/09/2022

Più di un milione di animali uccisi illegalmente dal 1991 al 2021. Sono i numeri, probabilmente sottostimati, di un commercio molto redditizio che non accenna a fermarsi. Andiamo a scoprire dove si trova il problema e quali sono le problematiche legate a questo fenomeno.

Tartarughe, Marine

Emerge dai dati raccolti in un nuovo studio recentemente pubblicato dai ricercatori della Arizona State University, che più di un milione di tartarughe marine uccise solo negli ultimi trent’anni, malgrado esistano leggi specifiche a protezione di questi animali.

Tartarughe marine: una specie da proteggere

Tartarughe, Marine

Si stima che, solo nell’ultimo decennio oggetto di studio (2011-2021), circa 44.000 tartarughe marine siano state uccise illegalmente in 65 Paesi ogni anno: sono numeri che fanno rabbrividire e che dimostrano ancora una volta l’inciviltà del genere umano di fronte alla Natura.

Le tartarughe marine sono sempre più richieste sul mercato, nei settori più disparati: la carne di questi animali viene cucinata e mangiata come prelibatezza; il loro esoscheletro viene triturato e usato come ingrediente nella preparazione di medicamenti, oppure utilizzato per ricavare manufatti e gioielli costosissimi. Insomma, un business da migliaia di dollari ruota attorno a ogni singolo animale ucciso.

I numeri dello studio, certamente altissimi, non rendono conto della reale gravità del problema: secondo gli autori della ricerca, infatti, si tratta di una stima al ribasso, poiché è praticamente impossibile valutare la portata di questo tipo di attività illegale.

Tartarughe marine: i dati sul fenomeno delle uccisioni illegali

Tartaruga, Pericolo

Per provare a definire i contorni di questo fenomeno, i ricercatori hanno comparato più di duecento articoli scientifici e studi sul tema, compresi rapporti delle organizzazioni per la conservazione della fauna selvatica e inchieste indipendenti, confrontando poi questi dati con le informazioni relative alle tartarughe in vendita sul mercato nero.

Sud-est dell’Asia e Madagascar sembrano essere punti nevralgici per la caccia alle tartarughe marine. Il Vietnam è invece il più grande “mercato primario” di questi animali e dei loro sottoprodotti, mentre Cina e Giappone si profilano come principali intermediari con l’Occidente.

I Paesi in via di sviluppo non sembrano avere alcuna intenzione di smettere di cacciare tartarughe, rinunciando in questo modo a una fonte di guadagno succulenta. Dall’altra parte, i Paesi ricchi non accennano a interrompere la richiesta di questi animali per soddisfare i loro desideri.

Un’unica nota positiva che si può leggere in questo nuovo report riguarda una riduzione della portata del fenomeno negli ultimi anni: secondo i ricercatori, lo sfruttamento illegale delle tartarughe marine è diminuito del 28% negli ultimi 10 anni, probabilmente grazie a controlli più severi.