The Line, la città futuristica: paradiso ecologico o falsa promessa?
Lo studio pubblicato su Nature solleva importanti questioni sulla fattibilità e la sostenibilità del progetto The Line. Le promesse di una città futuristica autosufficiente e con tempi di spostamento ridotti sembrano incongruenti con le distanze previste e le sfide logistiche indicate. Inoltre, le implicazioni ambientali della costruzione sollevano ulteriori preoccupazioni.
The Line, la visionaria città futuristica proposta dal principe saudita Mohamed Bin Salman, promette di essere un paradiso ecologico con grattacieli di 500 metri di altezza e un’ampia area interna di 200 metri che si estende per 170 km nel deserto.
Tuttavia, uno studio pubblicato su Nature ha messo in dubbio la fattibilità di questo ambizioso progetto, sollevando preoccupazioni sulla sua realizzazione e sostenibilità.
Promesse e contraddizioni
Nel video di presentazione del progetto, Neom descrive The Line come una città autosufficiente, priva di emissioni di CO2, in cui i nove milioni di abitanti potranno raggiungere i servizi essenziali in soli cinque minuti a piedi, grazie a treni automatizzati che collegheranno i due estremi della città in soli 20 minuti.
Purtroppo, lo studio di Nature mette in discussione queste promesse, evidenziando la densità abitativa e le distanze che renderebbero difficile realizzare effettivamente queste comodità.
Distanze e trasporti incongruenti
Secondo lo studio, la densità abitativa prevista di The Line, pari a 265.000 persone per chilometro quadrato, comporterebbe una distanza media di 57 chilometri tra due abitanti scelti a caso. Gli autori dello studio suggeriscono che una soluzione più pratica sarebbe una città circolare con un raggio di 3,3 chilometri, che permetterebbe a circa un quarto degli abitanti di spostarsi a piedi.
Inoltre, la promessa di un treno superveloce si scontra con la realtà, poiché sarebbero necessarie almeno 86 fermate per consentire a tutti gli abitanti di raggiungere agevolmente una stazione, compromettendo così la velocità massima del treno e rendendo i tempi di spostamento più lunghi rispetto ad altre metropoli.