Transizione ecologica “di facciata”? L’Indonesia non abbandona il carbone
Nonostante un recente accordo relativo alla transizione energetica dell’Indonesia, il governo continua a permettere la costruzione di nuove centrali elettriche a carbone, motivo per cui sono partite delle proteste da parte degli attivisti.
Una notizia che in un momento come quello attuale delude non poco: il governo indonesiano, nonostante abbia recentemente firmato un accordo di finanziamento per la transizione energetica da ben 20 miliardi di dollari con i paesi industrializzati, permetterà la costruzione di nuove centrali a carbone.
L’accordo in questione Just Energy Transition Partnership (JETP) è stato stretto dall’Indonesia con il gruppo dei paesi industrializzati del G7 e prevede un pacchetto di finanziamenti da 20 miliardi di dollari proprio con il fine di aiutare la nazione ad accelerare la transizione ecologica, passando dunque dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Il JETP è stato annunciato durante il vertice del G20 ospitato in Indonesia e appena una settimana dopo, il governo indonesiano vuole permettere la costruzione di altre centrali a carbone.
L’Indonesia vuole davvero passare alle energie rinnovabili?
Non appena giunta la notizia che il governo indonesiano permetterà ancora la costruzione di centrali a carbone, gli attivisti si sono mobilitati chiedendo un divieto totale per qualsiasi nuova fonte di energia a carbone. Eppure, il governo sembra rimanere fermo sulle proprie scelte. Eppure per la transizione energetica la nazione riceverà appositi, ingenti finanziamenti. Tra l’altro il JEPT rappresenta una delle maggiori partnership per la finanza climatica mai istituite fino ad oggi. Ma cosa prevede davvero il JEPT?
Secondo l’accordo, l’Indonesia grazie ai finanziamenti dovrebbe riuscire a limitare le emissioni entro il 2030, quindi ben più velocemente rispetto all’obiettivo iniziale della nazione, fissato al 2037. Sempre entro il 2030, l’Indonesia dovrebbe arrivare a generare il 34% della sua elettricità da fonti rinnovabili.
E sorge dunque spontaneo domandarsi come mai il governo indonesiano abbia comunque deciso di costruire nuove centrali a carbone con una capacità complessiva di 13 gigawatt. Le centrali sono sono già state appaltate e fanno parte del piano energetico decennale del paese per il 2021-2030 ed è un regolamento del 2022 emesso dal presidente Joko Widodo a dare il via libera alla costruzione delle centrali a carbone cosiddette captive, ovvero costruite appositamente per rifornire determinate industrie piuttosto che per alimentare la rete. L’Indonesia riuscirà allora ad effettuare la transizione ecologica, se mentre investe sulle fonti rinnovabili continua anche a utilizzare combustibili fossili?