Un porto a emissioni zero: accade in Giordania

L’Aqaba Container Terminal è nuovo, innovativo progetto nella città di Aqaba, in Giordania, che entro un ventennio renderà l’area marittima della città in un porto a emissioni zero.

C1D1CC52-84A3-4F55-A254-5C79EEA0F85E

Entro il 2040 l’area marittima di Aqaba (Giordania) diverrà un importante luogo dal quale trarre ispirazione, sostenibile, innovativo ed ecologico. Una vera e propria convivenza in connessione non dannosa con la natura, che si prevede sarà del tutto realizzata in circa 20 anni.

Sarà il primo scalo studiato per essere a emissioni zero: il così chiamato Aqaba Container Terminal è un primo step verso l’ambizione di decarbonizzare luoghi portuali e marittimi, ma non solo. Un punto “morto” della città di Aqaba diverrà il centro della comunità e soprattutto, ogni servizio sarà effettuato seguendo la parola d’ordine “sostenibilità”.

Ottenere un porto a emissioni zero: il progetto

5DA52660-55E1-46FB-808A-941C948757E8

Il porto, che si presenterà come un centro marittimo da 3 milioni di metri quadri e la quale costruzione avverrà con materiali di riciclo e forniture locali alimentando così anche l’economia del Paese, conterrà strutture per la ricerca e l’innovazione, locali commerciali e centri logistici, in breve tutto quello che possa servire ai cittadini cosicché frequentino l’area il più possibile.

Certo arrivare al carbon neutral è uno scopo non facile da raggiungere, ma l’approccio olistico adottato fa essere il progetto sulla buona strada. Il piano attuale, elaborato da Bjarke Ingels Group (BIG) con il sostegno di APM Terminals e Maersk, vede un congiunto di strategie sempre più “green” convertendo l’hub in un vero centro cittadino alimentato solo da energia rinnovabile, esclusivamente con mezzi elettrici o in sharing e composto da edifici ad alta efficienza energetica e ridotti consumi. Per renderlo tale sono previsti tetti solari come coperture, il che darà energia pulita la quale sarà utilizzata per alimentate i mezzi e le stazioni di ricarica elettrica.

A proposito del progetto, Bjarke Ingels, ovvero il fondatore e partner di BIG, ha commentato:

Negli ultimi anni abbiamo lavorato a un Piano per il Pianeta, un piano generale in cui abbiamo tentato di pianificare in modo pragmatico una presenza umana sostenibile sulla Terra. Questa collaborazione ci ha permesso di andare ben oltre il nostro normale territorio e di tuffarci a capofitto nella nostra passione per l’utilizzo dell’architettura e della pianificazione per risolvere sfide complesse e su larga scala. Per noi, questo quadro è un enorme passo avanti per la sostenibilità e per ripensare la nostra professione per lavorare nelle parti spesso trascurate delle nostre città e attivarle per svolgere un ruolo cruciale nell’urgente e necessaria trasformazione energetica della nostra società.