Volga: seguiamo il percorso del fiume più lungo d’Europa
Il Volga è il fiume più lungo d’Europa e anche quello con la portata maggiore: si tratta di un corso d’acqua fondamentale, che sin dal passato ha rappresentato un’importante via di trasporto. Seguendo il percorso di questo fiume della Russia ci imbattiamo in numerose città e villaggi, ma anche in decine di monasteri dall’immenso fascino. Il Volga è ricco di storia e ha da sempre rappresentato un’importantissima fonte economica, specialmente negli ultimi anni grazie alla costruzione delle dighe e allo sfruttamento dell’energia idroelettrica.
Purtroppo però, come del resto numerosi altri fiumi d’importanza mondiale, anche il Volga deve fronteggiare il problema dell’inquinamento. Le sue acque sono contaminate dagli scarichi industriali e in particolar modo dall’estrazione petrolifera che avviene nel Tatarstan.
Il percorso del Volga: dove nasce e dove sfocia
Il percorso del Volga ha una lunghezza di ben 3.530 Km e come abbiamo detto si tratta del fiume più lungo d’Europa, seguito dal Danubio che di chilometri ne conta 2.860. Questo importantissimo corso d’acqua scorre interamente nella Russia europea e ha origine nel Rialto del Valdaj, ad un’altitudine di appena 228 metri. Da qui, inizia il suo percorso che procede verso sud-est e dopo aver attraversato il Valdaj svolta verso nord costeggiando le alture di Mosca. Torna quindi a scendere verso sud-est incontrando il bacino artificiale di Rybinsk e poi quello di Gor’kij, nati in seguito alle dighe costruite per lo sfruttamento dell’energia elettrica.
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Il medio corso prosegue toccando Kazan, la capitale della Repubblica Autonoma del Tatarstan e avanza in direzione sud-ovest fino ad entrare nella zona della steppa. In questo tratto, il Volga forma diversi bacini artificiali dovuti alla costruzione di sbarramenti a scopi idroelettrici in epoca sovietica. Arrivato alla città di Volgograd, il fiume torna a seguire una direzione sud-orientale ed entra finalmente nella Depressione Caspica per poi sfociare nel mar Caspio.
La foce del volga si estende con un delta della lunghezza di ben 160 Km, occupando una superficie complessiva di 12.000 km².
L’inquinamento del Volga
Come abbiamo anticipato, questo importantissimo fiume della Russia deve fare i conti con il problema dell’inquinamento, specialmente in alcune zone dichiarate critiche anche dalle maggiori associazioni e organizzazioni come Greenpeace. Nella Repubblica Autonoma del Tatarstan troviamo una nota zona di estrazione petrolifera ed è proprio questa attività che rischia di portare il Volga a livelli di inquinamento esagerati. Già adesso la situazione è al limite: la zona del Delta è famosa per l’industria del pesce e Astrachan è un importantissimo centro dell’industria del caviale. Anche questa attività è messa a dura prova dal crescente inquinamento del fiume: numerose specie di pesci non riescono a sopravvivere nelle sue acque ormai contaminate. Se quindi da un lato possiamo dire che il Volga è inquinato per via dell’industria petrolifera, dall’altro un’altra industria (quella del pesce e del caviale) rischia di morire proprio per via degli alti tassi d’inquinamento delle acque. Le misure sono state prese, ma forse non sono ancora sufficienti per stabilizzare la situazione e dichiararla fuori pericolo.