Minotauro: curiosità e leggende
Il Minotauro è una figura mitologica, le cui origini risalgono alla Grecia classica: secondo la mitologia, si tratta di un essere mostruoso con il corpo umano e la testa di un toro. Il Minotauro è stato al centro delle narrazioni mitologiche greche ma non solo: questo essere feroce fa la sua comparsa anche nell’inferno dantesco come guardiano del cerchio dei violenti.
Sicuramente questa figura è tra le più affascinanti e misteriose, ma anche pregne di significato. Lasua nascita ha determinato un concatenarsi di eventi all’interno della mitologia greca, fino a quando il re Teseo lo uccise con la sua spada.
Origini e nascita del Minotauro
Il re di Creta Minosse pregò Poseidone, dio del mare, di inviargli un toro e gli promise di sacrificarlo immediatamente in suo onore. Il toro inviato a Minosse da Poseidone però era bellissimo e possente, tanto che il re decise di tenerlo per le proprie mandrie e di sacrificarne un altro esemplare.
Questo comportamento scatenò l’ira di Poseidone, che per punire il re fece innamorare perdutamente sua moglie Pasifae del toro bianco. La regina si nascose dentro una giovenca di legno e in questo modo riuscì a soddisfare il proprio desiderio carnale nei confronti del toro, ma dall’unione tra Pasifae e la bestia nacque il Minotauro. Per questo motivo l’essere ha un aspetto insolito: la testa di toro e il corpo umano.
L’aspetto del Minotauro
Il Minotauro, figlio di Pasifae, aveva un corpo umanoide con pelliccia bovina, zoccoli al posto dei piedi e coda. Ma l’aspetto più caratteristico di questo essere era la testa, dalle sembianze esattamente identiche a quelle di un toro. L’aspetto esteriore del Minotauro però determinava anche il suo carattere: avendo infatti un testa bovina questo essere non era in grado di pensare da uomo. Per questo motivo il Minotauro era feroce e selvaggio: dominato dall’istinto animale, era estremamente pericoloso.
Vita e morte del Minotauro
Scoperto il tradimento, il re di Creta Minosse fece costruire a Dedalo un labirinto in cui rinchiudere l’essere metà uomo metà toro. Quando però suo figlio Androgeo morì ucciso dagli ateniesi, il re cercò vendetta e ordinò alla città di Atene di inviare ogni anno 7 fanciulle e 7 fanciulli da offrire in pasto al mostro.
Fu così che entrò in scena Teseo, il quale andò appositamente nel labirinto con l’intento di uccidere il Minotauro e mettere fine a questa agonia. Arianna, figlia di Minosse, si innamorò dell’eroe e lo aiutò, con il famoso Filo di Arianna, a percorrere il labirinto senza perdere la strada. Teseo, giunto al cospetto dell’essere mostruoso e feroce, lo uccise con la sua stessa spada ponendo fine alla sua miserabile vita.
Il Minotauro nella Divina Commedia
Come abbiamo detto, secoli dopo la figura del Minotauro compare anche all’interno della Divina Commedia dantesca: Dante e Virgilio incontrano questo essere bestiale nel cerchio dei violenti. Questa figura è sicuramente carica di significati all’interno della Commedia: il suo ruolo di guardiano all’intero nel cerchio dei violenti non è sicuramente casuale. I violenti infatti sono i peccatori che hanno ceduto all’istinto e non hanno saputo porre davanti la ragione alle loro azioni. Ecco che il Minotauro quindi incarna proprio i violenti: esseri che si sono lasciati dominare dall’istinto, al pari delle bestie.