Riscaldamento globale: l’arrivo delle temperature estreme è vicino
Da inizio mese, le temperature globali hanno costantemente raggiunto valori mai toccati prima, indicando una forte anomalia termica, soprattutto nelle temperature dei mari alla superficie, specialmente nel Nord Atlantico. Secondo la NASA, c’è una probabilità del 50% che il 2023 superi il 2016 come l’anno più caldo mai registrato sul pianeta. Andiamo a scoprire perchè.

Riscaldamento globale: cosa sta succedendo alle temperature?

Dopo il primato infranto nella prima settimana del mese, quando la temperatura media globale dell’aria ha raggiunto 17,23°C il 6 luglio, con un’anomalia termica di oltre 1 grado (+1,02°C) rispetto alla media climatologica del periodo di riferimento 1979-2000, le temperature sono scese ma senza mai scendere al di sotto del record del 2022/2016. Il 14 luglio la discesa si è fermata a +16,96°C (anomalia di +0,71°C), per poi risalire e toccare un nuovo picco di 17,17°C il 18 luglio.
Secondo Gavin Schmidt, direttore del Goddard Institute della NASA, questi dati rendono quasi certo che luglio raggiunga il primo posto nella classifica dei mesi più caldi. Inoltre, ci sono il 50% di probabilità che il 2023 diventi l’anno più caldo di sempre a livello globale, superando sia il 2016 che il 2020.
Riscaldamento globale: le previsioni per il futuro

Le temperature globali del 2023 e di luglio in particolare sono influenzate sia dalle ondate di calore che stanno colpendo Europa, Cina e Stati Uniti, sia dalle temperature estremamente elevate dei mari in molte parti del mondo.
L’anomalia termica globale è costantemente ai massimi livelli da aprile e nel Nord Atlantico da marzo. Schmidt ha sottolineato che assistiamo a cambiamenti senza precedenti in tutto il mondo, con ondate di caldo che battono record in Stati Uniti, Europa e Cina. Le temperature della superficie del mare sono costantemente ai massimi storici, anche al di fuori dei tropici, e si prevede che questa tendenza continuerà a causa delle crescenti emissioni di gas serra nell’atmosfera.
In un’intervista trasmessa il 20 luglio da BBC Today, Schmidt si è detto “pessimista” riguardo al rispetto del limite di 1,5 gradi Celsius e ha espresso dubbi sulla capacità di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi Celsius.
Ha sottolineato la preoccupazione che, se l’obiettivo dei 1,5°C diventerà sempre più difficile da raggiungere, i governi potrebbero fare ancora meno per il futuro.