Vertical farming: di cosa si tratta?
Sulle rive dell’Oglio il progetto pilota Future Farming District proposto da Zero consiste in un ecosistema circolare integrato che collega la produzione locale di energia rinnovabile a impianti di coltivazione in vertical farming. L’obiettivo è ridurre il suo impatto producendo energia rinnovabile direttamente nel sito delle vertical farms. Andiamo a scoprire come funziona questo sistema innovativo.
Il vertical farming è una delle speranze per l’alimentazione sana del futuro. In due parole, stiamo parlando di agricoltura innovativa.
Vertical farming: cosa è?

L’agricoltura verticale, o vertical farming, è un tipo agricoltura tecnologica, fuori terra, alimentata da luce artificiale, con un enorme risparmio di acqua (anche del 95%) rispetto alle coltivazioni tradizionali. Tutto questo è possibile perché, grazie alla coltivazione idroponica, con il vertical farming è possibile coltivare le piante senza terra: le radici delle piante sono immerse in una soluzione acquosa ricca di nutrienti in un ambiente controllato.
Un altro vantaggio del vertical farming è l’abbondanza della produzione grazie alla distribuzione omogenea degli elementi nutritivi. Inoltre, è possibile ottimizzare lo spazio: i contenitori delle piante sono messi in verticale su piani diversi. Infine, la raccolta e la distribuzione sono più semplici perché, non essendoci terra, le verdure sono già pulite.
Vertical farming: pro e contro
Il vertical farming è ancora troppo energivoro. L’agricoltura verticale richiede ancora molte energie, visto che la luce artificiale è costantemente in funzione.
Zero è un’azienda ad alto tasso di innovazione tecnologica che ha l’obiettivo di sviluppare il più grande distretto mondiale di vertical farming. Il progetto pilota Future Farming District proposto da Zero consiste in un ecosistema circolare integrato in grado di collegare la produzione locale di energia rinnovabile a impianti di coltivazione in vertical farming. L’obiettivo è ridurre il suo impatto producendo energia rinnovabile direttamente nel sito delle vertical farms.
Il primo sito si trova a Capriolo, in provincia di Brescia, nel Parco dell’Oglio: una superficie di più di 200mila metri quadrati in un ex-sito produttivo risalente al 1900, con 25mila mq di aree coperte. Tra gli anni Cinquanta e Settanta era stato ampliato ed ora è stato adattato al nuovo uso. Trovandosi nei pressi del fiume, l’impianto prende energia pulita anche da un sistema di centrali idroelettriche situate sull’Oglio.
Avviata da qualche mese, la produzione in vertical farming dovrebbe raggiungere circa 1.300 tonnellate annue. Il sistema circolare integrato di Zero è scalabile e replicabile anche in altri contesti. Per ora nel sito sulle rive dell’Oglio si coltivano vari tipi di insalata, erbe aromatiche e micro-ortaggi. Il prossimo passo prevede la coltivazione di fragole disponibili durante tutto l’anno