Il lungo percorso del Danubio: dove nasce e quali città tocca

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27/12/2020

Il Danubio, il secondo fiume più lungo d’Europa e tra quelli navigabili il più lungo in assoluto, è stato dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Ma dove nasce? Quali città attraversa? E quale flora possiamo trovarvi?

Danubio

Il Danubio è il secondo fiume più lungo d’Europa dopo il Volga: con i suoi 2.860 km attraversa tutta la parte centro-settentrionale del continente e passa per diverse capitali europee.

Tra tutti i fiumi navigabili dell’UE, il Danubio è in assoluto il più lungo: nasce in Germania e dopo aver attraversato l’Austria, la Slovacchia e l’Ungheria solca il confine tra la Romania e l’Ucraina, gettandosi infine nel Mar Nero attraverso un ampio delta.

Definito sin dall’antichità l’arteria d’Europa, il Danubio è un fiume che ancora oggi incarna un immenso fascino: passa infatti attraverso capitali meravigliose e regala loro suggestioni uniche. Parliamo di un fiume ricco di memorie: un tempo era uno dei confini dell’Impero Romano e sono tanti gli episodi storici che si sono svolti sulle sue sponde.

Dove nasce il Danubio?

Il Danubio nasce in Germania, nella Foresta Nera, dall’unione di due piccoli corsi d’acqua: il Brigach ed il Breg. Convenzionalmente, questo fiume prende il nome di Danubio proprio nel punto di congiunzione dei due corsi d’acqua (presso la cittadina di Donaueschingen) ma dal punto di vista idrologico la vera sorgente è quella del Breg. Se quindi consideriamo la sorgente vera e propria del Danubio, dobbiamo risalire e andare nel piccolo paesino di Furtwangen im Schwarzwald, a poco più di 1.000 metri di altezza.

Il percorso del Danubio e le città che attraversa

Danubio

 

 

 

 

 

Il Danubio percorre l’Europa centro-settentrionale partendo da ovest e spostandosi gradualmente verso sud-est. Come abbiamo visto, sorge in Germania nella Foresta Nera e da qui raggiunge l’Austria dove tocca la prima capitale: Vienna. Lungo le sponde del fiume nella capitale austriaca troviamo piste ciclabili, locali, prati e percorsi pedonali. Il Danubio è molto valorizzato a Vienna, al punto che sul fiume è possibile praticare diversi sport acquatici.

Prosegue il suo corso seguendo il confine tra la Slovacchia e l’Ungheria, passa per Bratislava dopodiché svolta diritto verso sud e va a bagnare la terza capitale europea lungo il suo tragitto: Budapest. Questa viene anche chiamata la Regina del Danubio ed il fiume divide la parte antica (Buda) dalla parte moderna (Pest) della città.

Una volta superata la capitale dell’Ungheria, il fiume continua a scendere verso sud e prosegue lungo il confine tra la Croazia e la Serbia, svolta verso est e attraversa quest’ultima nella sua parte settentrionale.

Segue infine il confine tra Romania e Bulgaria (passando per Sofia) e poi tra Romania ed Ucrania. Nell’ultima parte del suo percorso si apre in un ampio delta, che sfocia nel Mar Nero. 

Il delta del Danubio: patrimonio dell’umanità UNESCO

Il delta del Danubio si estende su una superficie di 3.446 km² ed è quello conservato meglio tra tutti i fiumi europei. E’ stato inserito dall’UNESCO nell’elenco dei siti patrimonio dell’umanità perché ospita una biodiversità incredibile. Lungo il delta del Danubio ci sono ben 1200 varietà di piante, 45 specie di pesci d’acqua dolce e 300 specie di uccelli. Quasi tutta l’area del delta è protetta e possiamo definirla sicuramente un vero e proprio patrimonio naturale da conservare e tutelare.

Possiamo considerare il delta del Danubio come un esempio di biodiversità che per il momento non è ancora in pericolo: un esempio di come a volte basti poco per tutelare il nostro patrimonio naturale.

Oggi il Danubio non è solo un fiume navigabile ed una fondamentale via di comunicazione: è molto di più proprio grazie alla biodiversità che continua ad alimentare in quest’ultima, importantissima parte del suo percorso. L’inquinamento non è però un problema così remoto, nemmeno per questo corso d’acqua: la minaccia principale sembra essere la plastica, che ormai come sappiamo sta diventando un vero e proprio problema a livello non solo europeo ma mondiale. Non a caso l’inquinamento provocato dalla plastica è stato il tema centrale dell’ultima Giornata Mondiale dell’Ambiente.

La flora del delta del fiume

La vegetazione del delta del Danubio è principalmente quella tipica delle zone paludose: carici, salici nani, cannucchie e biodi occupano circa il 78% della superficie totale di quest’area. Ma sul delta del fiume possiamo trovare anche salici, pioppi, ontani, frassini che formano delle aree boschive naturalmente anch’esse protette. Parliamo di un’incredibile diversità anche a livello vegetativo: una delle più interessanti d’Europa sicuramente.

La catastrofe di Baia Mare e l’inquinamento del Danubio

Purtroppo questo maestoso fiume è stato anche suo (e nostro) malgrado vittima di uno dei disastri ambientali peggiori degli ultimi 20 anni: la catastrofe di Baia Mare. E’ successo tutto nel gennaio del 2000, quando in Romania è crollata la diga di un bacino di decantazione di metalli pesanti. Questi, insieme ad enormi quantità di cianuro sono fuoriuscite dal bacino e sono andate a finire nel fiume Sasar, nel Somes e nel Tibisco. Due settimane dopo la catastrofe, le contaminazioni hanno raggiunto anche le acque del Danubio diffondendosi rapidamente lungo tutto il suo percorso. Le ripercussioni ambientali sono state devastanti, soprattutto in Romania: la catastrofe di Baia Mare è ancora oggi considerata il più grande disastro ambientale dell’Europa dopo Cernobyl.

Il dolce napoletano in onore del fiume

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Una curiosità che non tutti conoscono è che questo straordinario fiume ha ispirato anche un dolce, che appunto si chiama proprio Danubio. La cosa piuttosto strana è che si tratta di un dolce tipico della tradizione napoletana e viene proprio da chiedersi perchè mai nel sud d’Italia sia stato dato questo nome ad una preparazione culinaria. A quanto pare, la ricetta delle morbidissime e squisite palline dolci che vanno a formare una sorta di torta è stata portata a Napoli da Giovanni Scaturchio, un noto pasticcere partenopeo. Secondo la storia tramandata, egli fece ritorno a Napoli negli anni ’20 alla fine della Guerra Fredda insieme alla sua sposa salisburghese. In questa occasione, fece conoscere non solo i classici dolci napoletani ma anche quelli tipici della tradizione austriaca tra cui lo strudel, la torta Sacher e il buchtlen (la brioscina al Danubio, che poi venne chiamata semplicemente Danubio). Si tratta quindi di una preparazione originaria dell’Austria, che però è diventata tipica della tradizione napoletana.