Avocado: come coltivarlo in casa
L’avocado è uno dei frutti più consumati e apprezzati al mondo. Non tutti sanno che è possibile coltivarlo in casa, sul balcone o sul davanzale della finestra, partendo semplicemente dal seme! Quindi, la prossima volta che comprate un avocado (possibilmente di origine italiana), tenete da parte il seme e pulitelo bene dai residui di polpa.
Avocado: tendenza e coltivazione casalinga
L’avocado è uno frutto tropicale diventato una vera e propria tendenza, dal gusto delicato e burroso, ed è considerato un superfood per le sue caratteristiche nutrizionali. Infatti presenta un’alta concentrazione di grassi buoni (in particolare omega 3 e 9), potassio, proteine e vitamina E. I principali paesi produttori di avocado sono il Messico, il Perù, il Brasile, la Repubblica Dominicana e il Cile. In Italia si ha una modesta produzione di avocado, principalmente concentrata in Sicilia e Calabria.
Vediamo insieme come far nascere una piantina di avocado partendo dal seme.
Come coltivare l’avocado in casa
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Innanzitutto, di cosa abbiamo bisogno per coltivare in casa l’avocado?
- seme di avocado, pulito dalla polpa e possibilmente non rovinato;
- un bicchiere di vetro o di plastica;
- stuzzicadenti;
- acqua;
- terriccio (per le fasi successive).
La prima fase consiste nell’inserire gli stuzzicadenti perpendicolarmente al seme di avocado, in modo da costruire una struttura stabile che possa appoggiarsi sul bicchiere riempito di acqua, come mostrato nell’immagine.
E’ importante posizionare il seme con la parte arrotondata rivolta verso il basso, e in modo che sia immerso nell’acqua per metà. Il bicchiere dovrà essere posto in una zona illuminata, e l’acqua dovrà essere rinnovata ogni tanto. Ci vorrà un po’ di pazienza, infatti solitamente bisogna aspettare dalle 3 alle 6 settimane prima che il seme germini.
Una volta usciti il germoglio e la fogliolina, il nostro avocado è pronto per essere interrato. Tolti gli stuzzicadenti, va posto tutto in un vasetto con il terriccio, che deve essere mantenuto sempre umido ma ben drenato. E’ importante anche che la pianta non sia esposta al freddo e neanche al sole eccessivo, in quanto le giovani foglie sono delicate e sensibili alla luce eccessiva.
Nei primi anni la pianta di avocado deve essere potata in modo da creare 4 o 5 rami principali da cui partiranno in futuro le ramificazioni secondarie. La prima potatura si fa quando il fusto ha raggiunto i 6-7 cm di altezza, in modo da rafforzare le radici e promuovere lo sviluppo della vegetazione. Quando la pianta produrrà radici e foglie di dimensioni sempre maggiori e il tronco sarà abbastanza forte da resistere al vento, si potrà procedere con la messa a dimora.
Avocado impatto ambientale insostenibile
Purtroppo, la coltivazione di questo frutto ha un impatto ambientale e sociale stratosferico dovuto a consumi idrici, deforestazione, impiego di pesticidi e sfruttamento dei lavoratori. Secondo dati FAO (Food and Agriculture Organization) la produzione di questo superfood è aumentata di più del 50% negli ultimi 25 anni. In Italia nell’ultimo anno (2020) si è assistito a un incremento delle vendite del 92%, con un volume di affari che sfiora i 6.5 milioni di euro.
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Per soddisfare le richieste sempre più elevate dei consumatori, devono essere piantati sempre più alberi di avocado, che richiedono molto spazio e molta acqua. Vengono abbattute intere foreste per fare spazio a questa coltura, causando una deforestazione gravissima e la perdita di biodiversità. Inoltre, gli avocado necessitano di tantissima acqua, di cui spesso vengono invece private le popolazioni locali: si pensi che per ottenere 2 o 3 frutti occorrono 272 litri di acqua.
Anche in un contesto come questo, che sembra completamente al di fuori della nostra portata, possiamo fare la nostra parte. Comprare il più possibile prodotti locali è un’arma vincente per combattere le problematiche che coltivazioni come questa si portano dietro. Perciò, se proprio non potete fare a meno dell’avocado, compratelo prodotto in Italia e possibilmente da commercio solidale.